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e poi ancora scritti.
Labbra sottili, lische di pesce.
Il suo corpo si muove per la stanza, poi si siede. Apre la bocca. Ancora labbra affilate lische di pesce.
Un neo spicca sulla guance appena arrossate dal freddo: un neo rende femminile quel volto a tratti ombroso.
Gli occhi brillano e sono quelli dell'animale braccato che si abbassa nella palude sfiorandone l'erba.
Sospira tirando a se' le braccia e racconta:
"Tutte avevano la pelle velata come le pesche mature e quel profumo di frutto celato dall'albero finche' non e' maturo: il fascino della primizia.
Il nocciolo del frutto, quel loro cuore di legno, dove solo un insetto puo' arrivare prima del tempo per succhiarne la polpa... ed io geloso del parassita, ghiotto sia di polpa che di legno!
Ora non posso nutrirmi d'altro. Raccogli la frutta piu' acerba e trova per me della selvaggina viva. Camminerai fra questa nebbia ottobrina che cela ombre, predatori e prede.
Nella terra per non essere vista tratterrai il fiato il piu' possibile fino a confonderti con l'aria stessa.
Questa notte non scorgo alcuna stella ed anche le vie sono calme.
Lascerai la casa a minuti e mi porterai quanto chiesto."
Gli occhi si abbassano verso le mie caviglie, apre un frutto acerbo e ne succhia la polpa; strizza gli occhi che diventano due fessure rossastre, gioca fra le dita con i resti del nocciolo.
Sul tavolo, accanto a noi, resti di selvaggina sbocconcellata: anatre, fagiani, maiali e conigli. Spellati, ammucchiati l'uno sull'altro. L'odore del sangue fresco ha attirato il ringhio di cani sotto una finestra.
Apre un altro frutto, ha due noccioli in mano. Prende il muso di cio' che e' rimasto d'un maiale e ne spinge i noccioli nelle palpebre, fin dentro con le dita.
Si alza.
Si pulisce le mani nei risvolti della camicia.
Mi indica la porta.
Ripreso da un vecchio appunto scritto a Marzo 2005 "L'arabo" - Riadattato il 16 Ottobre 2005.
Dedicato Alla Musa
Il dipinto a destra e' firmato Chiara Martini http://www.chiaramartini.it/