21.2.09
1:36 AM
Una pazza
A volte ripenso a tutti quei sogni prima del temporale.
Tre cani sul prato e vent'anni sdraiati.
Un paio di occhi ed altri a guardarmi.
Il temporale. Un viaggio. Qualche promessa.
Nessun ritorno.
Decisi di andare verso il villaggio vicino al mare.
E lessi una cartina rovesciata.
Partiva da un'albero di ciliegie rosse piene d'insetti verdi smeraldo. Ronzavano e sudavano. Ronzavano e cantavano. Io correvo sentivo una musica dal paese in alto, fermai qualche passante, mi dicevano che dovevo affrettarmi, c'era una festa. Il cammino era ciottoloso, brillava un sole di tarda primavera, mi pettinavo i capelli mentre correvo, pensavo alle ciliegie lasciate sulla pianta anch'esse a ronzare. I ciottoli erano bagnati, scivolosi. Tutti erano a piedi nudi, non conoscevo nessuno e non potevo vedere nient'altro che gente, farsi avanti verso le tavole imbandite. Una bambina faceva rotolare un cerchio giu da una discesa, aveva i capelli neri in trecce ed incrociò il mio sguardo prima di sparire a cavallo del suo gioco.
Quando arrivai in cima alla salita il profumo di pane aveva invaso la piazza. Ma non avevo soldi per mangiare. Così toccavo i sassi caldi dal sole, e mi sembrava di avere del pane bruciato e duro fra le dita. Poi mi ricordai che non si poteva giocare... non con quello con cui potevo sfamarmi. Allora, mangiai il sasso. Sapeva davvero di pane.
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1:18 AM
L'arte del Bersaglio - Ljuba Bortolani
http://www.literary.it/dati/literary/bortolani_lju/larte_del_bersaglio.html"Potessi avere io la turbolenza,
la propensione al morso e alla pazienza,
la libertà di scorgere e picchiarti,
la libertà di dire che oggi basta:
ritorno alla mia patria, al nido che mi spetta.
E’ la tua carne il posto delle vigne
fragole e moti della stessa porta
che ci ha distrutto l’uno avanti all’altra,
è lì che avrei dovuto riposare,
per tutta questa vita che mi imprimei succhi della rima e l’assonanza,
è lì che avrei dovuto amoreggiare
con la domanda antica della gioia…"
(Alice è senza parole.)
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7.2.09
6:20 PM
Mela
L'arancione sconsolato della mia mela appassita,
sul comodino da tre settimane.
Si ritrae verso il suo nocciolo, con una lentezza consumata
e calcolata... si ritrae, finisce...
ritorna ad essere seme, pelle priva di sostanza.
Tutto parte dal seme e tutto ritorna a quello.
Pensieri accavvallati, mele sbiatide...
mani che toccano mele, carne, denaro.
Vorrei una camera priva d'umanità
e piena di qualsiasi tenerezza.
Qui piove da due giorni.
Non sento nessun dolore,
a parte una fitta alla schiena, qualche volta
e richiami a cose vecchie che voglio dimenticare
in fretta.
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6.2.09
4:25 PM
La notte del bruco
Da quando è arrivato il mattino,
non ho ancora tolto la testa da sotto il cuscino:
questa tranquillità, questa paura... tremori.
La scorsa notte, i polsi sotto l'acqua gelida
la testa che gira, gonfia di cose passate
raccontate con la bocca impastata,
poi... tu. Che sorridi, parli, ridi...
poi ti disperi, racconti, poi torni a ridere...
e ti gira la testa sotto la pioggia,
che t'infastidisce con la sua lenta cadenza,
che non ti assomiglia, che detesti.
Sei l'opposto dell'inverno.
La tua risata limpida come il cristallo,
limpida di cose semplici,
cose che non ho mai avuto.
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2.2.09
3:19 AM
Alla fine
La forza... andata...
il mio gatto sotto le caviglie, si struscia
forse capisce...
come me, il silenzio
per un mese, l'assenza...
Starò con le braccia piegate sul cuore
mentre nevica fuori...
un dito nelle tue lebbra,
più belle di qualsiasi altra immagine.
Te l'avranno già scritto stasera?
Penso di sì.
Ma, dormi. Tu dormi.
Farò qualcosa per te...
sei vicino come non mai...
sarà il vino... ho ballato pensando al tuo dolore.
Non ho parole. Non posso trovare parole.