20.11.08
10:52 PM
Le parole la notte
"Arrivano suicidi e follie. E io non so davanti a chi risponderò di questo mio tempo, del modo in cui lo perdo."
Francesco Biamonti ha scritto questo libro che sembra una fotografia: Liguria al confine con la Francia. Tutto sviluppato in color seppia. Personaggi che si incontrano in bar di paese, paesi diroccati in cima a montagne, fra ulivi, mirti e mulattiere. Un pezzo di tempo confinato a chi ancora vive in quei luoghi. Discorsi di guerra, di confine e vino per scappare dai ricordi più pungenti. Poi, il mare, sempre il mare... un giorno vorrei tornare ancora per vederlo e domandare a qualcuno, quante volte lo guarda al giorno. In questo racconto non c'è pagina dove non sia presente.
http://www.francescobiamonti.it/
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19.11.08
11:28 PM
Castigo
Il mio gatto in castigo. Ora al suolo, voltato di schiena, con le orecchie tese.
Non mi guarda.
Sabato scorso un amante in castigo, dopo avergli urlato d'andarsene, ubriaco di birra
non lascerà al caso la sua telefonata alle quattro del mattino.
Ma cosa dico... non era una telefonata.
Semplicemente un messaggio, un avvertimento, della sua presenza a casa.
Io dal mia parte, dopo essere quasi finita in un fosso, non potevo che andare lì, da lui, per cercare un pò di pace.
Una pace fatta d'offese, silenzi, occhiaie da sbronza.
Calze smagliate. Poi lividi. Un'alba fredda. Nessun bacio.
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14.11.08
10:43 PM
L'intermezzo patetico di venerdì
Ho tagliato i capelli e non rispondo più ai messaggi.
Una notte alla settimana giro per le strade della mia città di provincia, perchè ho fame d'aria. Non ho voglia di ricordare e nemmeno voglia di cercare qualcosa.
Ho il preconcetto da sempre che quel qualcosa andrà a finire male.
Quindi è meglio, starsene così:
un gatto che respira forte,
mio padre che fuma l'ennesima sigaretta,
mia madre annoiata.
Ancora un pò di sogni, fra le piastrelle di un pavimento.
In questa casa, un venerdì di riposo.
Io, dormo da un pò.
Domani indosserò la mia camicia bianca, perfetta,
i miei pantaloni neri, e le mie scarpe intonate con la cintura.
In un negozio, vicino al paese che troppe sere mi ha visto ubriaca
o felice, o triste... forse semplicemente innamorata di qualcosa, qualcuno... un'idea.
Già, semplicemente un'idea.
Ma non sono triste.
Davvero, non lo sono.
Domani ho molto da fare, con la mia camicia ed il mio bel sorriso... piegare, pulire, dire buongiorno. Aspetterò la sera per uscire come quando avevo 16 anni.
Adesso rimango un pò in disparte, come in questa notte... a volte osservo. A volte semplicemente torno a casa per sognare, in pace, con questo gatto che mi sveglia ad ogni respiro. E l'odore in cantina delle sigarette...
Famiglie, case, questioni, denaro.
In alto una luna limpida, enorme.
Silenzio.
Il passato lo posso trovare solo, sui solchi del mio corpo, che dimagrisce, si fa bello, poi invecchia.
Negli occhi l'ombra di collinere nere prima dell'autunno.
Poi basta. Non c'è più niente.
Il resto sono odori. Lettere. Piccoli nomi d'uomini e di donne.
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6.11.08
11:13 PM
Se il fiume fosse whisky
T. Coraghessan Boyle ed il suo "Se il fiume fosse whisky." Recensito come "Mi sono seduto a leggerlo e l'ho finito tutto. Poi ho scoperto che il mio aereo era partito." Niccolò Ammaniti aveva anche fumato prima di voltare la prima pagina. Non che non passasse... il libro. Ma in sua cartacea compagnia è il tempo quello che non trascorre. Consigliato a chi ha una vena romantica mummificata.
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4.11.08
11:38 PM
Il drogato
Ho i denti che mi fanno male per aver morso il braccio di chi mi teneva. Poi sono scappato. La notte, quella notte, era fatta di luci, di lampioni ed urla intorno al paese. Nessuno poteva tornare a casa. Mi trovai al mattino, a casa mia, mentre tremavo sotto la doccia, senza più fiato a chiamare al telefono qualcuno che potesse, almeno... venire ad aiutarmi. La segreteria era muta. Il mio gatto mi guardava in fonto al letto. Avevo i piedi tumefatti, gelidi. Poi un messaggio, uno solo. E quello diceva che basta, era la fine, non poteva più vedermi. Così, un messaggio capisci? Come fossi l'ultima cosa... come fossi stata l'ultima cosa da lasciare morire in quel fottuto sabato mattina. Chiamai un vicino di casa. Chiamai un dottore. Urlai forte e spaccai il tavolino di vetro per terra. Non smettevo di tremare. Poi chiusi gli occhi. Anche quando una luce mi si ficcava di forza sotto le palpebre e delle dita me le tenevano aperte. Io pensavo alla pace. Che niente mi era importato fino ad allora. E mi dissi, che alla fine era giusto che tutto andasse a finire così... Da quel giorno lì non mi sono chiesto più niente. Qui si rischia di fare una brutta fine per un pò di solitudine forzata.
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11:13 PM
Nescafè
Dopo aver usato ed abusato per anni dei prodotti Nescafè, finalmente il riscatto... su http://nescafe.it/ "City Tellers". Si tratta di un concorso letterario. Chi partecipa deve scegliere uno degli incipit scritti da Andrea G. Pinketts e scrivere un racconto il cui tema sia la città. Il vincitore potrà essere pubblicato su Zero Magazine e riceverà 500 € in buoni FNAC. Alice Stoppini partecipa sperando di spendere tutti i buoni in caffè solubili.
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