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e poi ancora scritti.
"Preferisco il ridicolo di scrivere poesie al ridicolo di non scriverle" (Szymborska)
Alice, Age, 26
Costantemente alla ricerca di qualcosa.
Com'e' profonda la notte quando le ali delle falene sembrano dar vita ad una danza di figure.
Lascio che le mani sfilino ad una resa ed una frase: "Non senti com'e' gelida l'aria al mattino?"
Allentarci di colpo, lasciando che una pena scorra nelle dita cosi' tornero' ancora all'ennesima parola su di te.
Sola? Tu, no?
4 Novembre 2005 "Non parlare quando sentirai questa lenta pioggia, questo insidiarsi di desideri sotto la pelle... cos'ho perduto nella notte? Solo polvere ... Polvere nella strada che si scioglie, mischiandosi all'acqua piovana e tutte le luci diventano trasperenti specchiandosi nelle pozzanghere strabordandi di foglie. I rumori ed i respiri attutiti, aprendo gli occhi vedrai gocce d'una rugiada di tanti anni fa ... e ne sentirai il sapore in bocca ... Rugiada terrena, corpo ancor piu' terreno, che desidera e non possiede che altra solitudine. L'ingordigia delle fragole rubate ed i campi bruciati dal sole, non ho bisogno che di te, adesso. Ascolta, come la pioggia possa incantarci."
20 Febbraio 2003 "Una carezza dietro le spalle: sei la sera di Primavera che mai arriva. Sono sempre io la ragazzina che correva con tre sciarpe colorate appese alla borsa ed al bacio."
"... mi alzai dal cespuglio e li vidi arrivare: macchiata di frutta selvatica sulle guance, corsi al fiume inciampando nelle stringhe di vecchi scarponi, per lavarmi. Risa lontane. Odore di tabacco. Stavo li' in ginocchio, fra le piccole onde del fiume autunnale a sciacquarmi mani, occhi e bocca una volta, e cento altre: "Cosa fai?" Mi voltai come scottata. Profumo di frutta essicata al sole. "Non vedi? Mi sto lavando!" dissi agitata. Mi rispose sorridendo: "La bocca non deve mai essere lavata dalle cose dolci." Risi finendo con un piede fino al polpaccio nel fiume: "Perche' non vieni a sederti vicino a me?" chiese mostrandomi il prato e svuotando veloce la pipa. Da lontano intravedevo gli altri compagni: avevano acceso un fuoco e ridevano. Mi avvicinai sentendomi i piedi pesanti, bagnati e ridicoli. Riempi' la pipa con le dita veloci, portava due anelli d'argento sull'indice della mano. "Tieni .... accendila." Provai ed mi bruciarmi un dito con il cerino. "Lascia, faccio io." disse e l'accese. Si sdraio' nel prato umido incrociando le braccia sotto la testa Quando la pipa passo' a me iniziai a tossire, poi distesi le gambe, mi legai i capelli e socchiusi gli occhi. Non lo sfiorai. Era il mio amore dagli occhi grigi.
.................................... (I puntini di sospensione sono stati gentilmente concessi.)